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Toscana, mancano i medici: i neo laureati assunti nei pronto soccorso

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/04/2019 19:21

Scoppia la polemica tra i vertici dell'Ente e i sindacati: Anaao, questa è Sanità low cost. Intanto 10mila medici sono ancora nel limbo

Ultima in ordine di tempo, l'assunzione nei pronto soccorso toscani di giovani laureati in Medicina senza nessuna specializzazione, entra nella lista delle misure-tampone scelte dalle Regioni per affrontare la carenza di medici. Dopo il Veneto, il Molise, l'Umbria, il Piemonte che hanno scelto di assumere medici già in pensione o di chiamare camici bianchi dalla Romania, le delibere di oggi fanno discutere. A rendere nota la decisione è stata ieri mattina la stessa Regione Toscana che ha annunciato di avere approvato 'misure straordinarie': l'assunzione di laureati in Medicina ancora privi di specializzazione, da formare e assumere con contratti libero professionali-formazione lavoro, nei pronto soccorso in affanno per "grave sofferenza di organico, sia per i medici sia per gli infermieri".

"C'è il rischio concreto - è stato sottolineato - che la carenza di organico possa causare inefficienze e interruzione di pubblico servizio nel sistema dell'emergenza urgenza regionale". Duro il commento del segretario nazionale dell'Associazione medici e dirigenti del Ssn Anaao Assomed, Carlo Palermo: "Un giovane laureato in Medicina senza specializzazione assunto in pronto soccorso con contratto libero professionale avrà scarsa protezione contrattuale, nessuna copertura previdenziale e dovrà pagarsi da solo l'assicurazione. I rischi sono tutti a suo carico. Le Regioni si stanno muovendo al risparmio. Stiamo assistendo alla nascita di una Sanità low cost". "Per un laureato in Medicina assunto con queste modalità - ha spiegato - la prospettiva di lavoro è pari a zero. Non si fa altro che creare precariato. Nell'organizzazione della Sanità non c'è un pensiero comune, manca la programmazione e si produce disparità". Non solo, per il segretario dell'Anaao, "le ultime mosse del governatore Zaia sono una provocazione, una scelta chiaramente legata al progetto dell'Autonomia".

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Palermo, dati alla mano, ha inoltre ricordato che in Italia ci sono già ben 10 mila medici specializzati in attesa di chiamata, e altri 6 mila che stanno frequentando l'ultimo anno di specializzazione: "Stiamo parlando di 16 mila medici pronti per essere assunti negli ospedali con un contratto a tempo indeterminato, ma a cui vengono preferiti pensionati e neo-laureati per non spendere. Si preferiscono la Sanità al risparmio, la mortificazione dei professionisti, il limbo per i camici bianchi già formati mentre gli ospedali affogano". Gli fa eco Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici: "Le misure-tampone sono contro ogni logica. Anzichè risolvere i problemi, li alimentano ampliando il problema dei 'camici grigi', medici tappabuchi senza prospettive"

 "Il problema è solo politico. Governo e Regioni devono porre la questione Sanità al centro della loro agenda, altrimenti non se ne esce". Intanto in Veneto non ci stanno a farsi bacchettare. All'Anaao risponde direttamente l'assessore alla Sanità della Regione Manuela Lanzarin: "A Carlo Palermo chiedo di presentarci 1.300 medici, quelli di cui abbiamo bisogno e non si riesce ad assumere perché non partecipano alle chiamate. Sarebbe ora di fare squadra e di cercare le soluzioni tutti assieme, invece che dire di no a tutte quelle che gli altri propongono".

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